Street food a Palermo: 4 piatti da provare assolutamente

Il capoluogo della Sicilia, la bellissima Palermo, è una delle città più belle d’Italia ed una delle perle maggiormente sottovalutate al mondo. Nonostante una storia un po’ turbolenta, al giorno d’oggi andare in vacanza in Sicilia e non passare da Palermo può risultare quasi come un controsenso.

Parte della grande bellezza di Palermo la si deve anche all’imponente cultura culinaria. Palermo è una città in cui ancora oggi, specie a livello architettonico, si sentono gli influssi di culture molto diverse tra loro.

Mangiare a Palermo, quindi, significa interfacciarsi con una storia della cucina diversa da quella del resto d’Italia. A dimostrare questo c’è tutto quel macro universo del cibo da strada che tra food truck, banchetti ed osterie può regalare emozioni davvero interessanti.

Prima di venir però rapiti dagli odori di alcuni piatti tipici ci conviene fare una cosa: posare le valigie al sicuro a Palermo. Gironzolare per vicoli con a corredo valigie pesanti può trasformare un viaggio di piacere in una maratona di sudore; fortunatamente, se si sa dove cercare, i depositi bagagli non mancano di certo.

Detto questo facciamo il nostro primo passo verso lo street food di Palermo.

U purpu vugghiuto

Cosa non può mancare in una bella città di mare? Del pesce, possibilmente di qualità. Nonostante in Italia il polpo sia solitamente legato alla città di Bari, le bancarelle nelle zone marittime di Palermo possono dare un’idea della popolarità di questo mollusco in città.

U purpu vugghiuto (o polpo bollito in Italiano) è uno dei piatti più interessanti della città. Tradizionalmente viene servito dalle bancarelle con giusto una spruzzatina di limone sopra ma esistono anche altre varianti. 

Molto interessante, ad esempio, è il polpo in insalata con olio, limone e prezzemolo in accompagnamento.

I più coraggiosi potranno prodigarsi anche nel mangiare la versione “estrema” del piatto, assaggiandone anche il contenuto della testa.

Sua maestà il cannolo

Un altro dei piatti forti dello street food (ma non solo) palermitano è rappresentato dal cannolo siciliano. I cannoli siciliani sono forse i dolci più tipici della pasticceria regionali e, di morso in morso, sono diventati uno dei dolci più amati di tutto il mondo.

Il segreto, probabilmente, è nella commistione di crema di ricotta e di bolle nella sfoglia. Nonostante i cannoli siano comunemente venduti in pasticceria, è abbastanza facile trovarli per le bancarelle sparsi in giro per la città.

Sempre tra le bancarelle è possibile trovare diverse tra le varianti più golose in circolazione: impasti con cacao e marsala, basi aromatizzate con caffè e cannella sono giusto due esempi. 

Anche i “topping” con i quali viene arricchita la crema alla ricotta variano leggermente di bancarella in bancarella: granella di pistacchi, frutta candita, pezzettini di cioccolato sono soltanto alcuni “nobili” esempi.

Come è nato il cannolo siciliano?

La storia del cannolo siciliano, dolce simbolo di una regione, è curiosamente ancora incerta. Il primo cenno storico che abbiamo di questo dolce meraviglioso si deve a Cicerone che nel 70 avanti cristo descrisse una versione primordiale del dolce.

Probabilmente a dare al cannolo la sua accezione di dolcetto furono gli arabi che decisero di aggiungere lo zucchero alla ricotta, formando quindi una crema che ancora oggi è parte fondante della pasticceria della regione.

A questo punto le cose si fanno complicate: c’è che dice che il cannolo sia un dolce originario di Caltanissetta, altri invece dicono che il cannolo sia stata un idea di un gruppo di monache di clausura, altri ancora parlano del cannolo come rielaborazione di un dolce tipico della tradizione Saracena.

La stigghiola (o stigliola)

Uno dei piatti più caratteristici e strong (passateci il termine) dello street food palermitano è dato dalla stigliola o stigghiola nel dialetto. Imbattersi in delle griglie alle prese con tale piatto è davvero molto semplice, complice anche il fortissimo odore che caratterizza questo piatto davvero interessante.

Cos’è una stigliola? Se siete deboli di stomaco tenetevi forte perché questo piatto non è altro che budella di agnello su uno spiedo cotte alla griglia. 

Queste budella possono anche essere di capretto o vitello e devono essere condite con prezzemolo e cipolla, dopo essere state pulite in una mistura di acqua e sale.

La cottura alla brace è molto veloce; una volta tirati fuori gli spiedi questi vanno conditi rapidamente col limone, per poi essere mangiati caldi caldi.

E se la stigghiola non fosse Siciliana?

Quello che in molti non sanno è che la stigghiola è una probabile rivisitazione siciliana di un piatto tipico della Grecia! 

Il Khoretsi greco, infatti, è un piatto in cui un unico grande budello di agnello viene cotto sulla brace dopo essere stato condito. Questo era un piatto tipico del periodo pasquale.

U Pani ca’ meusa

Dulcis in fundo ecco il re dello street food siciliano: U pani ca’ meusa ovvero il panino con la milza. Le origini di questo piatto si perdono nel medioevo e si fanno risalire al comportamento degli ebrei palermitani che venivano ricompensati per il lavoro con i resti della macellazione della carne.

Questi resti, milza e altri tagli decisamente poco nobili, andavano a farcire pane e formaggio, creando la base del cosiddetto panino con la milza.

Al momento esistono due grandi scuole di pensiero per questo piatto estremo (ed estremamente buono): la versione schetta o maritata.
La prima prevede di accompagnare la meusa unicamente con sale e limone mentre la seconda versione prevede anche formaggio e/o ricotta, per gestire meglio il forte sapore delle interiora.